giovedì, marzo 16, 2006
Beautiful all'italiana
L'ultimo grido è accendere un mutuo, anche per chi possiede risorse economiche di cui vantarsi. Grazie a tassi d'interesse particolarmente bassi, l'indebitamento non è più vissuto negativamente dalle fasce di clientela benestanti.
La tendenza riguarda il mercato "affluent" in Italia, cioè quello dei clienti delle banche il cui patrimonio è compreso tra 100 mila e 750 mila euro. Non esattamente quello che si può chiamare una difficoltà finanziaria. Eppure i fan dell'indebitamento sono in aumento. Il 15% della clientela retail rientra nell'affluent.
L'identikit di questo tipo di soggetti mostra che il 30-40% è multibancarizzato e rappresenta una bella fetta del prodotto bancario lordo (un miliardo e mezzo di euro di patrimonio, pari al 60%). II 70% del loro patrimonio è investito in risparmio gestito (circa il 45%) e in titoli (circa il 25% ). I clienti affluent producono una redditività media per le banche di circa 98 basis point per anno, mentre gli impieghi pesano per oltre il 2%.
La preferenza per il finanziamento nasce dal fatto di non voler disinvestire il patrimonio per far fronte alle più varie esigenze: dall'acquisto di un appartamento al pagamento di un master per i figli. Prima era quasi un'offesa offrire prodotti di finanziamento a questo tipo di clientela ora, se non si modifica lo scenario dei tassi, è visto come un'opportunità per non intaccare il patrimonio già investito.
Secondo la relazione annuale della Banca d'Italia è aumentata la tendenza all'indebitamento lordo, ma su livelli ancora inferiori a quelli di altri paesi Ue. Spicca il significativo incremento del prestito collegato all'acquisto di beni di consumo (credito al consumo finalizzato). La dinamica della maggiore propensione all'indebitamento si spiega soprattutto con lo scenario favorevole dei tassi di interesse rispetto alle performance degli investimenti e con un livello di reddito familiare in calo in termini di potere di acquisto rispetto agli anni passati.
L'investimento immobiliare a fini di reddito assume sempre maggior valore per la clientela affluent. Infatti si incrementa significativamente la percentuale di acquirenti di immobili già proprietari di prima casa: +11 e +1.5% rispetto al 2004. ll livello dei tassi di interesse sui mutui, la maggiore specializzazione dell'offerta e le nuove forme di finanziamento per l'acquisto dell'immobile, leasing immobiliare, favoriscono l'investimento diretto in immobili, anche come forma di di versificazione della propria asset allocation.
Ma i finanziamenti non vengono utilizzati solo per l'acquisto di case. Secondo l'Assofin nell'ambito del credito al consumo sono stati superati nel 2005 i 45 miliardi di euro, mettendo a segno un +14% rispetto al 2004. E' chiaro che nel caso della clientela affIuent, il finanziamento non è rivolto all'acquisto di televisori ma a soddisfare esigenze più sofisticate. Come supportare l'avvio dell'attività professionale dei figli o finanziare un corso di studi in qualche università straniera.
martedì, marzo 14, 2006
Assicuràti...che il mutuo sia assicurato
Una scelta su cui riflettere bene quella del mutuo, ma anche un investimento. In un periodo in cui gli affitti sono sempre più salati, sono in tanti a credere che forse l'acquisto sia la best solution.
Grazie all'allungamento delle durate, è possibile trovare mutui con rate "contenute", inferiori al costo di una mensilità di affitto. Una maggior "disponibilità" al rischio? Negli ultimi anni abbiamo assistito a un'inversione di tendenza che ha visto la domanda di mutui a tasso variabile scavalcare quella dei mutui a tasso fisso. Solitamente si ritiene che la scelta tra le due possibilità sia direttamente legata alla propensione al rischio dell'aspirante mutuatario, ma non sempre è così.
Secondo gli operatori del settore sono due, in particolare, le cause di questo fenomeno: il costo del denaro che ha raggiunto i minimi storici e che solo negli ultimi mesi sta risalendo (manovre Bce docet), e un rapporto rata/reddito che ha portato molti a scegliere il variabile perché con il tasso fisso la somma che la banca era disposta a elargire non era sufficiente. Una banca è solita concedere un mutuo se la rata è pari a un terzo del reddito, e, posto che la rata del fisso è superiore quella del variabile, per molti la scelta non è stata una scelta.
Tutelarsi in altro modo. Esistono però le assicurazioni per cautelarsi contro l'imperscrutabilità del futuro e sono molte le banche che propongono coperture assicurative atte a tutelare quello che per molti è l'investimento (con la i maiuscola) della propria vita. Purtroppo la necessità di sintesi e di rimanere all'interno di un preciso spazio non consente di esaminare in dettaglio la copertura di ogni singola assicurazione ed è necessario un attento studio del contratto assicurativo per sapere contro quali rischi è possibile tutelarsi. Vero è che molte banche consentono un pagamento dilazionato del premio per evitare che l'accensione del mutuo, la fase di maggior "dolore" per il cliente, si riveli una strada eccessivamente gravosa e quindi non percorribile.
L'assicurazione è obbligatoria. Per legge l'immobile acquistato e dato in garanzia alla banca deve essere assicurato almeno contro incendio e scoppio (eventi che, fortunatamente non si verificano, se non molto raramente) con costi anche molto diversi tra loro; sono pochi i casi in cui quest'onere non viene fatto gravare sul cliente. Di regola l'assicurazione incendio e scoppio ha una copertura proporzionale. Questo vuol dire che che se la casa comperata oggi (e che vale 100) si incendia tra 10 anni (quando la casa vale il doppio) l'assicurazione considera il valore originario della casa (cioè 100). L'alternativa, che riconosce alla casa il valore che questa ha al momento della "sciagura", viene di norma chiamata a "primo rischio assoluto".
Le assicurazioni facoltative. La maggioranza degli istituti offre l'assicurazione Vita. Alcune banche propongono nei loro pacchetti (come se non bastassero incendi e disgrazie connesse) anche una tutela contro la perdita del posto di lavoro, rischio che, secondo gli analisti, è destinato a diventare "più probabile di un tempo".
Insomma, assicurazione un po' per tutti i gusti e per tutti i rischi, sperando di non doverne mai avere necessità.
Berlusconi fa il cinema a Milano
Una cerimonia in pompa magna per l'inaugurazione dei lavori per la Città del cinema lombardo, che nascerà nell’area dell’ex Manifattura tabacchi a Milano.
Presenti il premier Berlusconi, il vicepremier e ministro dell’Economia Tremonti, il leader della Lega Bossi, Bobo Maroni, il presidente della Regione Formigoni, il sindaco Albertini e diversi consiglieri e assessori regionali. In un’area di 80.000 metri quadrati nasceranno un centro sperimentale di cinematografia, fiction e pubblicità, un polo di conservazione studio e fruizione del patrimonio documentario del '900 milanese e una cittadella per studenti.
“La cinematografia a Milano era aspettata da tanto tempo, adesso la Casa delle Libertà gliel'ha regalata - hanno detto all’unisono Berlusconi e Bossi – È un regalo importante perché potremo raccontare la nostra storia. A parte i posti di lavoro che crea la cinematografia è importante per raccontare la cultura e le idee di un popolo. Questa è una cosa che vedremo nel tempo quanto varrà. E, secondo me, varrà molto”.
“Promuovere il cinema significa innanzitutto valorizzare il nostro capitale più prezioso, quello per il quale la Lombardia è più conosciuta nel mondo: la creatività” ha detto Formigoni alla posa della prima pietra (virtuale) della Città sperimentale di cinematografia.
La formazione è sicuramente il cuore di questo progetto: l'investimento sulla persona, la trasmissione della conoscenza e delle competenze rappresentano l'investimento più importante per lo sviluppo anche in questo settore. Il presidente lombardo ha ricordato che la Regione finanzierà interamente il progetto con 8 milioni di euro.
Questi i peana dei politici. Attori e registi però frenano. Il loro portavoce è il mitico Jerry Calà, il famoso allenatore di Bud Spencer, nel divertentissimo Bomber: “Ma perché il cinema arrivi davvero a Milano, bisognerebbe avere strutture per la produzione. Possiamo augurarci che la scuola sia un primo passo verso un obiettivo più ambizioso”. D’accordo su questo punto Paolo Vari, autore e regista, di “Fame chimica”. “Nella crisi del cinema a Milano c’è una corresponsabilità di pubblico e privato”.
La Città del Cinema, infine, fa parte di un’operazione che sull’area dell’ex Manifattura porterà case sul 50% della superficie e un ipermercato nel restante 20%.
mercoledì, marzo 01, 2006
Quanto costa l'atipico
Nell'anno appena trascorso i lavoratori "atipici" interessati ad accendere un mutuo hanno iniziato a trovare diritto di cittadinanza presso le banche italiane. Con qualche prodotto ad hoc e tassi non sempre convenienti. Questo perchè prestare denaro a un Co.co.pro è ovviamente più rischioso rispetto a un lavoratore assunto a tempo indeterminato. E la copertura di questo rischio avviene con la richiesta di interessi più elevati e l'accensione di polizze assicurative. Ma interessi più elevati di quanto? Si prenda come esempio un mutuo di 100mila euro da ripagare in 20 anni. Tra le offerte migliori a tasso fisso per i lavoratori "tradizionali" c'è il 4,82% di Mutuo Arancio e il 4,85% di Banca Woolwich , che per l'atipico offre invece il 5,70%: una maggiorazione del 17,5%. Migliore l'offerta di Banca di Roma, la prima ad accorgersi degli atipici, che propone un tasso fisso sui 20 anni del 5,12%. Discorso simile sul variabile. Tra i migliori c'è ancora Ing con il 3,44% e il 3,49% di UniCredit Banca per la Casa con Basic Web. Contro, per esempio, il 4,69% Ge Money Bank, superiore del 36,3% sul migliore variabile. Ma quanto vale il mercato dei mutui per questa "classe" di lavoratori? La domanda potenziale di lavoratori e immigrati sui mutui casa - tra cinque anni un esercito di almeno 9 milioni di persone - potrebbe garantire in Italia un indotto di 35 miliardi di euro di nuovi flussi cumulati nel periodo 2006-2010. Un numero non da poco, anche se sarebbe opportuno quantificare quanto le banche rischiano in più prestando soldi ai lavoratori atipici. I numeri sembrano dare ragione alle banche stesse. La perdita attesa per i segmenti normali del mercato dei mutui che fanno riferimento a clienti con contratti a tempo indeterminato è pari allo 0,3 per cento. Sugli atipici e gli immigrati questo valore quadruplica all'1,2 per cento. Significa allora che per queste categorie sarebbe giustificato un tasso maggiorato del 300%? Attenzione: il prezzo applicato a un prodotto creditizio ha due componenti: il costo di base del finanziamento, che fa riferimento ai tassi interbancari e che rimane identico per tutti, e poi il costo del credito collegato al rischio implicito. Ebbene, solo parlando di questa ultima componente è giustificato un tasso più elevato. Quindi 4 volte più caro, stando a queste stime. Nel pedigree del buon lavoratore a tempo determinato, qualora questo chiedesse un mutuo, devono esserci poi alcune caratteristiche sulle quali non è possibile derogare: per esempio non superare i 35 anni di età, avere un contratto in essere al momento della richiesta del mutuo e aver lavorato per almeno 18-36 mesi.
Iscriviti a:
Post (Atom)