sabato, febbraio 28, 2009

Il mattone rende sempre. Negli ultimi 25 anni rivalutazione del 200%.

In tempi di crisi del mercato del mattone e incertezze, generalizzate è bene dirlo, in materia economica, saranno stati sicuramente in tanti a porsi la fatidica domanda: ma oggi investire tanta parte del proprio patrimonio in una casa conviene ancora?
Meglio puntare sul mattone come bene rifugio, la ricetta "all'Italiana", oppure fidarsi dell'intuito e del senso degli affari, scegliendo di andare in affitto per puntare i propri risparmi in operazioni "a più alta redditività"?
A porsi il problema anche l'ufficio studio di UBH che ha scelto di prendere come parametro per valutare la redditività dell'investimento immobiliare la variazione dell'indice Istat del costo della vita.
Uno studio meticoloso che ha preso in considerazione un periodo di 25 anni, cinque lustri nel corso dei quali il valore delle case si è triplicato, avendo registrato un incremento del 203,1%, mentre l'inflazione, sempre nello stesso periodo, si è confermata pari ad un più 145,9%.
In pratica considerando i valori assoluti il gap è superiore al 50%, con la performance che in termini reali è di un più 23,22%.
Naturalmente come ben sa chi ha dimestichezza con gli andamenti economici la perfomance non è stata costante nel tempo. L'aumento annuo nominale dei valori immobiliari ha toccato il suo picco nel 1992 (con un più 15,80%) proprio alla vigilia dello scoppio della più grave crisi immobiliare del dopoguerra: l'anno successivo infatti i valori immobiliari sono crollati di un 16,20% in termini nominali.
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