Dopo le delusioni calcistiche di Euro 2008, finalmente l'Italia può esultare. Chiaramente in modo ironico: siamo il primo Paese europeo nell’evadere le tasse.
Il dato, reso noto dall'Associazione Contribuenti Italiani, ci pone in testa alla classifica con il 23% del prodotto interno lordo sommerso, quindi non dichiarato. Alle nostre spalle si posizionano la Romania con il 21%, la Bulgaria con il 18%, l'Estonia con il 17%, la Slovacchia con il 14%. Ultimi in classifica l'Inghilterra con il 6%, il Belgio con il 5% e chiude la Svezia con il 3%. Da notare come i Paesi più "industrializzati" siano in fondo alla gradutoria.
Tralasciando in questo caso l'aspetto meramente legato agli immobili, non si dichiara al fisco soprattutto l’industria (32% di evasione accertata), i bancari ed il settore assicurativo, che non pagano le tasse nel 28% dei casi, seguiti da commercianti (12%), artigiani (11%), professionisti (9%) e lavoratori indipendenti (8%).
Un problema serio che in un certo qual modo l'Italia si è creata da sé. Infatti dall'ultimo rapporto dell'Ocse, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, è emerso che, grazie anche all'aumento delle imposte voluta dalla precedente legislazione, il BelPaese è balzato al sesto posto tra i Paesi più colpiti dal Fisco: la pressione fiscale in Italia si attesta al 43,3% in rapporto al Pil.
Un numero che fa impressione se si pensa, quello che lo Stato offre al cittadino.
Stefano Pulici
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