giovedì, febbraio 23, 2006
Caccia alle case di "Cosa nostra"
Dai dati forniti dal centro Pia La Torre, esaminando i 4.825 beni immobili confiscati in tutta Italia ai boss mafiosi, emergono le passioni, le abitudini gli stili di vita e gli investimenti degli uomini appartenenti alle organizzazioni malavitose.
Come non ricordare, ad esempio, le famose maniglie in cristallo della villa corleonese di Totò Riina. In testa ci sono gli appartamenti, 1.660, seguiti dai terreni, 1.124, da garage e box auto, 575. un ruolo importante è anche occupato dalle ville di lusso, dai fabbricati rurali, dai locali commerciali e dagli alberghi. Un patrimonio che ammonta a quasi 480 milioni di euro.
Beni concentrati per lo più nel Meridione e nelle Isole. Gli immobili confiscati che hanno trovato destinazione in tutta Italia risultano essere solo 2.232, per un valore totale di 240 milioni, di cui 765 aspettano di essere consegnati all’ente prescelto, mentre 2.593 aspettano di trovare un nuovo proprietario che sappia valorizzarli e ridar loro una parvenza di onestà.
Gli immobili, infatti, possono essere conservati al patrimonio dello Stato per diventare caserme, oppure possono essere trasferiti al Comune nel quale sono ubicati. Comune che poi ha un anno a disposizione per decidere se amministrarlo direttamente oppure assegnarlo in concessione a titolo gratuito, a comunità, enti o organizzazioni di volontariato. Senza contare che gli immobili potrebbero anche essere venduti, ma qui, dicono i “pentiti”, potrebbe ritornare in gioco la mafia!
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