Tanti anni di crescita alle spalle, prezzi alti, offerte deboli, tassi in ripresa. Con questi “chiari di luna”, è ancora l’ora di investire sull’immobiliare? E dove?
Premettendo che in questa fase di mercato la cautela deve essere d’obbligo (nel senso che le buone occasioni bisogna cercarle con cura, pur non mancando) per chi acquista per uso diretto, comprare una casa è ancora una scelta valida perché i tassi sono bassi e aumentano le facilitazioni per l’accesso al credito. Se non si hanno necessità immediate, però, sarebbe meglio aspettare ancora qualche mese, fino all’estate, perché per allora l’offerta sarà più ricca a fronte di prezzi stabili. Sul mercato dovrebbero, infatti, arrivare i molti appartamenti acquistati per investimento e oggi sfitti perché pochi sono in grado di pagare i canoni richiesti.
Su dove comprare, tengono banco sempre le grandi città, specie semicentro e periferie, ma le medie presentano meno rischi, perché i costi crescono più gradualmente e quindi sono soggetti a meno oscillazioni.
Per chi punta all’investimento, invece, naturalmente dalle cifre a disposizione. Chi ha poco, meglio si dirotti subito sui fondi immobiliari, scegliendo quelli con lo sconto sul nav più alto e la durata più bassa possibile. Unica avvertenza, il peso del mattone non deve mai superare il 20-30% del portafoglio investimenti.
I fondi sono anche favorevoli perché grazie al momento propizio del mercato e alle operazioni all’ingrosso, quasi tutti hanno comprato bene, per esempio 2500 euro al metro quadrato per uffici nel centro delle grandi città). E quasi tutti sono anche ben locati, con livelli di redditività interessanti. Anzi, è proprio l’inquilino in questo momento la discriminante che fa di un immobile un investimento più o meno valido. Se paga, e bene, è prezioso, e questa è una logica che comincia a diffondersi anche nel residenziale, dove inoltre una casa occupata si compra, in genere, a sconto.
Tuttavia ci sono anche delle controindicazioni: se i tassi continuano a salire, i rendimenti del 6-7% offerti finora non saranno più così competitivi rispetto ai più tranquilli titoli di stato, con ripercussioni per tutto il comparto. Per chi ha maggiori disponibilità economiche, interessante può essere l’acquisto di piccoli uffici, fino a 200-300 metri quadrati, ma in zone con buona richiesta. Gli affitti non sono molto alti, ma la domanda è in aumento. E a parità di zona, rispetto alle abitazioni, costano il 20% in meno. Oppure piccole palazzine in periferia da ristrutturare e frazionare.
Per chi ha, infine, grosse cifre da investire, fino a 1,2 milioni di euro, una soluzione interessante sono i fondi riservati, che hanno trattamento fiscale favorevole e buona redditività.
lunedì, febbraio 13, 2006
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