lunedì, luglio 28, 2008
Effetto Expo: "notevoli benefici per Milano"
Milano è la città che ospiterà l'edizione del 2015 dell'Expo. Ovviamente le conseguenze si ripercuoteranno sul mercato immobiliare milanese e della provincia.
Per capire meglio l'andamento del mercato nella città meneghina abbiamo intervistato Antonio Pastore, presidente di Borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano.
Secondo Pastore "in linea di principio è presumibile che il mercato immobiliare milanese trarrà notevoli benefici dall’assegnazione dell’Expo 2015 al capoluogo lombardo. Benefici che diverranno più evidenti negli anni a ridosso della manifestazione.
L’ “effetto Expo” diverrà tanto più tangibile quanto più ci si avvicinerà all’evento e, per quanto diverse zone della città probabilmente ne trarranno beneficio, sarà soprattutto il Rhodense, teatro della manifestazione, a catalizzare gran parte degli effetti, sia dal punto di vista dei prezzi degli immobili che dello sviluppo infrastrutturale.
E’ pertanto ragionevole ipotizzare che l’apporto dell’Expo alla crescita dei prezzi degli immobili non sarà di minor rilevanza. Con l’avvicinarsi dell’evento è lecito attendersi anche una crescita dei canoni di locazione."
Vista l'enorme mole di visitatori che si riverserà nel territorio milanese e non solo, "ci si attende da una parte il potenziamento delle principali vie di comunicazione esistenti (rete ferroviaria, rete autostradale, rete della metropolitana milanese, sistema aeroportuale) e dall’altra la creazione di nuove infrastrutture capaci di realizzare una piena integrazione tra il territorio milanese e quello del Rhodense.
Il risultato di questi sforzi si concretizzerà nell’abbattimento delle tradizionali dicotomie centro-periferia e città-provincia per arrivare alla realizzazione di una continuità territoriale, economica e sociale tra centro città, zone periferiche e comuni della provincia”. Per quando riguarda i due poli fieristici, essi si rivaluteranno in quanto "la Fiera, da sempre simbolo della dinamicità e della produttività della città, ha saputo attribuire una nuova centralità ed una nuova vocazione ad un territorio contraddistinto da forti potenzialità, fino ad oggi rimaste parzialmente inespresse."
Concludendo Pastore spiega che "probabilmente dovremo aspettare ancora qualche anno per capire in che modo gli investitori privati abbiano tratto giovamento dall’assegnazione dell’Expo a Milano.
Con ogni probabilità nel breve periodo saranno i costruttori a beneficiare maggiormente di questa assegnazione."
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Norma impianti: e io che faccio?
Ho letto che è entrato in vigore un decreto sulla sicurezza degli impianti che obbliga il venditore a garantirne la conformità. Dal momento che vorrei vendere la mia casa ma i suoi impianti non sono “a norma”, prima della vendita sono obbligato a metterli a norma?
Sì. È bene ricordare che l’obbligo di mettere a norma gli impianti vige già dal 1990 e sul punto la nuova normativa non ha innovato. Peraltro anche se gli impianti non sono a norma, la sua casa è vendibile.
Se il suo futuro acquirente è d’accordo non deve provvedere ad adeguare gli impianti alle leggi vigenti. È opportuno, comunque, regolamentare gli obblighi reciproci tra le parti, anche in relazione alle garanzie sulla sicurezza degli impianti, già in sede di contratto preliminare onde evitare pesanti sanzioni pecuniarie.
Data la complicata legislazione è sempre più consigliabile fare in modo che il contratto preliminare, dal quale sorgono obblighi vincolanti per le parti, venga preparato da professionisti esperti nel settore.
Ho firmato un contratto preliminare per vendere il mio laboratorio di pellame e, nella certezza di avere le dichiarazioni di conformità che mi aveva rilasciato l’impresa installatrice, ho garantito che gli impianti in esso contenuti sono conformi alle norme di sicurezza. Adesso, però, mi sono accorto di avere perso queste dichiarazioni e devo andare dal notaio per firmare l’atto di vendita. Cosa posso fare?
Gli obblighi previsti sulla sicurezza degli impianti valgono per la vendita di ogni tipo di immobile, residenziale, commerciale e di qualsiasi altra natura e, quindi, anche per la vendita del suo laboratorio.
Per gli impianti installati prima del 26 marzo 2008, se la dichiarazione di conformità (o una sua fotocopia) si è smarrita, è possibile sostituirla con una dichiarazione di rispondenza predisposta da un professionista a ciò abilitato.
Questa dichiarazione sarà allegata all’atto di vendita del suo laboratorio al posto della dichiarazione di conformità.
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giovedì, luglio 24, 2008
Acquisto la seconda casa: a chi la intesto?
Caro direttore Sono in regime di comunione dei beni ed intestatario dell'appartamento in cui viviamo. Ora vorremmo acquistare un secondo appartamento: è possibile intestarlo a mia moglie come prima casa? In caso contrario, meglio come seconda casa o intestarla a mio figlio maggiorenne?
In tema di comunione legale, l’art. 177, comma 1, lett. a) del Codice Civile stabilisce che gli acquisti compiuti dai coniugi, insieme o separatamente, costituiscono oggetto della comunione.
L’Agenzia delle Entrate con la circolare 38/E del 2005 ha stabilito che le agevolazioni previste nel caso di acquisto di prima casa spettino distintamente a ciascun coniuge, in ragione del 50 % e che pertanto i requisiti per poter godere del beneficio fiscale (IVA o Imposta di Registro con aliquota ridotta) vadano valutati in capo a ciascun soggetto.
Seppure il quesito del lettore non lo precisi, dobbiamo presumere che già l’immobile che rappresenta l’attuale abitazione del nucleo familiare, ancorché intestato al solo marito, rientri nel regime di comunione legale.
In tale ipotesi nessun ulteriore beneficio di riduzione di aliquota fiscale spetta ai coniugi in caso di acquisto del secondo appartamento.
La scelta per l’intestazione della nuova casa al figlio maggiorenne appare soluzione troppo radicale e meriterebbe un approfondimento sia sulla situazione reddituale del figlio sia sui profili successori se esistono altri figli non maggiorenni.
Luca Ruggieri – Studio Zafarana (Milano) a cura della Fondazione dei Dottori Commercialisti di Milano
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Il mercato sul “ramo del lago di”... Lecco
L'eco della vittoria di Milano alla candidatura per l'assegnazione dell'Expo 2015 riecheggia anche tra le bellezze dei monti che fanno da cornice alla splendida Lecco: monti storici, ricchi di poesia, citati dal Manzoni ne "I Promessi Sposi".
Anche a Lecco l'ormai noto fattore Expo si farà sentire: sì perché la provincia del Lario, insieme ai cugini comaschi dovrà rimboccarsi le maniche per guadagnare l'attenzione del grande flusso di turisti che fra 7 anni si riverseranno in Lombardia.
Il lago del Lario offre bellezze uniche, come lo splendido promontorio di Bellagio e le numerose ville storiche: valorizzarle significherà costruire e rivedere l'offerta di ricezione, alberghi e servizi di ospitalità, progetti per attirare i turisti, proporre un marketing plan adeguato e potenziare le infrastrutture che collegano il lago alle altre grandi città lombarde. Un'occasione che Lecco non può lasciarsi sfuggire, una vetrina per farsi conoscere al mondo. Ovviamente è ancora presto per stimare come l’immobiliare verrà influenzato dall'esposizione universale.
Oggi com'è l'andamento del mercato immobiliare lecchese? Si può affermare che sta diventando piuttosto problematico, le compravendite stanno andando al rallentatore: soprattutto il mercato per l'acquisto della prima casa è in discesa rispetto ai primi mesi del 2007.
Un trend simile a quello che si sta verificando in tutta Italia, un rallentamento causato dagli ormai noti aumenti dei prezzi e dal rincaro dei mutui.
Sembra invece reggere il mercato delle seconde case, o case vacanza, in quanto hanno un mercato a sé. In questo momento l'acquisto di nuove costruzioni è prediletto rispetto a quelle usate, a causa sempre dei prezzi troppo elevati.
E sempre proposito di prezzi è difficile esprimere con precisione il costo medio degli immobili, in quanto, per proporre, un corretto valore di mercato di un edificio, occorre considerare diversi fattori come la posizione rispetto al centro urbano, la presenza di servizi di pubblico trasporto e la distanza da infrastrutture in genere.
Da non trascurare anche la luminosità, l'eventuale panoramicità, il verde pubblico ed il livello del piano di appartenenza.
Generalizzando si può dire comunque che i prezzi rispecchiano l'andamento del mercato nazionale, stabili con una lieve tendenza al ribasso.
Per quanto riguarda i tempi di compravendita, essi si sono allungati fino a sei mesi. Questo perché le persone fanno molte visite e vedono diverse soluzioni prima di acquistare.
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sabato, luglio 19, 2008
Via l’amministratore, come facciamo?
Caro direttore
Scrivo a nome della maggioranza dei condomini di un piccolo complesso (in totale una ventina di appartamenti). Nel nostro condominio, di recente costruzione, abbiamo avuto diversi problemi con l’attuale Amministratore che ci siamo ritrovati, dal momento che era stato scelto dall’impresa costruttrice. Ormai sono due anni che non ci fornisce delle risposte chiare in merito ad alcuni problemi sorti appunto con l’impresa. La maggioranza dei condomini è arrivata quindi alla decisione di cambiare amministratore. Ci chiediamo però che cosa dobbiamo fare per eleggerne un altro? Quali sono le procedure corrette? Come dobbiamo comunicare la nostra decisione al vecchio amministratore?
Abbiamo rivolto il quesito ad un un avvocato. Ecco il suo parere in merito.
Ai sensi dell'art. 1129 c.c. 2° c. , "l'amministratore dura in carica un anno e può essere revocato in ogni tempo dall'assemblea".
Pertanto, per poter nominare un nuovo amministratore è sufficiente convocare l'assemblea straordinaria con oggetto la nomina di nuovo amministratore. Per poter convocare l'assemblea è necessario che tutti i condomini siano avvisati a mezzo di raccomandata a.r., poiché l'assemblea delibera regolarmente solo se tutti i condomini hanno avuto avviso della convocazione e dell'oggetto dell'assemblea.
In caso di forte litigiosità ed impossibilità alla nomina di nuovo amministratore è possibile ottenere la nomina attraverso l'intervento dell'autorità giudiziaria, mediante ricorso al Tribunale con indicati i motivi che impediscono di nominare un nuovo amministratore.
In sede assembleare devono essere proposte dei nomi di possibili successori del precedente amministratore e in seguito si vota.
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Scrivo a nome della maggioranza dei condomini di un piccolo complesso (in totale una ventina di appartamenti). Nel nostro condominio, di recente costruzione, abbiamo avuto diversi problemi con l’attuale Amministratore che ci siamo ritrovati, dal momento che era stato scelto dall’impresa costruttrice. Ormai sono due anni che non ci fornisce delle risposte chiare in merito ad alcuni problemi sorti appunto con l’impresa. La maggioranza dei condomini è arrivata quindi alla decisione di cambiare amministratore. Ci chiediamo però che cosa dobbiamo fare per eleggerne un altro? Quali sono le procedure corrette? Come dobbiamo comunicare la nostra decisione al vecchio amministratore?
Abbiamo rivolto il quesito ad un un avvocato. Ecco il suo parere in merito.
Ai sensi dell'art. 1129 c.c. 2° c. , "l'amministratore dura in carica un anno e può essere revocato in ogni tempo dall'assemblea".
Pertanto, per poter nominare un nuovo amministratore è sufficiente convocare l'assemblea straordinaria con oggetto la nomina di nuovo amministratore. Per poter convocare l'assemblea è necessario che tutti i condomini siano avvisati a mezzo di raccomandata a.r., poiché l'assemblea delibera regolarmente solo se tutti i condomini hanno avuto avviso della convocazione e dell'oggetto dell'assemblea.
In caso di forte litigiosità ed impossibilità alla nomina di nuovo amministratore è possibile ottenere la nomina attraverso l'intervento dell'autorità giudiziaria, mediante ricorso al Tribunale con indicati i motivi che impediscono di nominare un nuovo amministratore.
In sede assembleare devono essere proposte dei nomi di possibili successori del precedente amministratore e in seguito si vota.
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Expo 2015: ecco la “nuova” Milano
L'Italia batte la Turchia. E non è una partita di calcio. Si tratta della sfida per l'assegnazione dell'Expo del 2015.
Milano si è aggiudicata l'esposizione internazionale a discapito di Smirne, terza città della Turchia. La città meneghina da subito inizia a sentire gli effetti di questa assegnazione: l'Expo cambierà il volto di Milano.
Infatti saranno stanziati 4 miliardi di euro per la realizzazione di nuovi padiglioni alla fiera di Rho-Pero. Tra le costruzioni una torre alta almeno 200 metri che sarà il simbolo della manifestazione: ben al di sopra delle guglie del Duomo, il doppio rispetto al Pirellone.
Farà concorrenza ad altre tre torri che sorgeranno nei vecchi padiglioni della fiera.
Ma la città cambierà il suo volto grazie anche a due itinerari, uno via terra e uno via acqua, che utilizzerà i Navigli, collegando la città al quartiere dell'Expo vero e proprio: 110 ettari, la metà a verde, dove sorgeranno i padiglioni, il grande ponte, il villaggio, e piazza Italia. Nel quartiere delle Varesine, vicino alla stazione Garibaldi, sono previste abitazioni, un grattacielo con uffici, la nuova sede della Regione Lombardia, un centro espositivo e 5 alberghi.
Il nuovo quartiere Santa Giulia, dell’architetto inglese Foster, avrà 1700 alloggi e una promenade commerciale. Molte le strutture previste per accogliere i 29 milioni di turisti attesi per l'evento.
Ma in termini economici che benefici porterà una manifestazione globale? Il maggiore beneficio, stando ai dati della Camera di commercio di Milano, sarà a carico del settore alberghiero e turistico con un incremento previsto attorno al 25%, seguito dal settore immobiliare (15,1%) e quello delle costruzioni (13,5%).
In valore assoluto, però, è dal commercio che si attende il gettito maggiore, con un aumento del fatturato di 14,5 miliardi, quasi 12 miliardi il manifatturiero, oltre 8 miliardi i servizi alle imprese, quasi 4 miliardi le costruzioni, 3,5 miliardi l'immobiliare.
A proposito di immobiliare, quale sarà l'effetto dell'Expo sul mercato degli immobili? I nuovi collegamenti, soprattutto le nuove linee metropolitane comporteranno un apprezzamento degli edifici.
Tutti gli esperti del settore concordano nel dire che l'evento contribuirà ad innalzare il valore degli immobili.
Inizialmente nel biennio 2008-2009 l'effetto Expo manterrà stabili i valori attuali, ma dal 2010-2011 inizierà una rivalutazione del mercato.
Ora le stime sono abbastanza premature ma la maggior fibrillazione dell'immobiliare avverrà negli ultimi due anni a ridosso della manifestazione, grazie anche alla mole di investimenti che arriveranno dall'estero.
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Milano si è aggiudicata l'esposizione internazionale a discapito di Smirne, terza città della Turchia. La città meneghina da subito inizia a sentire gli effetti di questa assegnazione: l'Expo cambierà il volto di Milano.
Infatti saranno stanziati 4 miliardi di euro per la realizzazione di nuovi padiglioni alla fiera di Rho-Pero. Tra le costruzioni una torre alta almeno 200 metri che sarà il simbolo della manifestazione: ben al di sopra delle guglie del Duomo, il doppio rispetto al Pirellone.
Farà concorrenza ad altre tre torri che sorgeranno nei vecchi padiglioni della fiera.
Ma la città cambierà il suo volto grazie anche a due itinerari, uno via terra e uno via acqua, che utilizzerà i Navigli, collegando la città al quartiere dell'Expo vero e proprio: 110 ettari, la metà a verde, dove sorgeranno i padiglioni, il grande ponte, il villaggio, e piazza Italia. Nel quartiere delle Varesine, vicino alla stazione Garibaldi, sono previste abitazioni, un grattacielo con uffici, la nuova sede della Regione Lombardia, un centro espositivo e 5 alberghi.
Il nuovo quartiere Santa Giulia, dell’architetto inglese Foster, avrà 1700 alloggi e una promenade commerciale. Molte le strutture previste per accogliere i 29 milioni di turisti attesi per l'evento.
Ma in termini economici che benefici porterà una manifestazione globale? Il maggiore beneficio, stando ai dati della Camera di commercio di Milano, sarà a carico del settore alberghiero e turistico con un incremento previsto attorno al 25%, seguito dal settore immobiliare (15,1%) e quello delle costruzioni (13,5%).
In valore assoluto, però, è dal commercio che si attende il gettito maggiore, con un aumento del fatturato di 14,5 miliardi, quasi 12 miliardi il manifatturiero, oltre 8 miliardi i servizi alle imprese, quasi 4 miliardi le costruzioni, 3,5 miliardi l'immobiliare.
A proposito di immobiliare, quale sarà l'effetto dell'Expo sul mercato degli immobili? I nuovi collegamenti, soprattutto le nuove linee metropolitane comporteranno un apprezzamento degli edifici.
Tutti gli esperti del settore concordano nel dire che l'evento contribuirà ad innalzare il valore degli immobili.
Inizialmente nel biennio 2008-2009 l'effetto Expo manterrà stabili i valori attuali, ma dal 2010-2011 inizierà una rivalutazione del mercato.
Ora le stime sono abbastanza premature ma la maggior fibrillazione dell'immobiliare avverrà negli ultimi due anni a ridosso della manifestazione, grazie anche alla mole di investimenti che arriveranno dall'estero.
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martedì, luglio 15, 2008
Quali agevolazioni sulla prima casa?
caro direttore
Sono una trentenne in procinto di acquistare la prima casa, a che agevolazioni ho diritto? Che documenti devo presentare al rogito?
Risponde l’avvocato G. in Monza.
Quando si acquista la prima casa si può godere di un regime fiscale agevolato che consente di pagare le imposte in misura inferiore di quelle ordinariamente dovute.
In particolare se il venditore è un privato non soggetto ad iva, l’agevolazione consiste nel pagamento dell’imposta di registro con aliquota ridotta al 3% invece del 7% per gli acquisti ordinari e le imposte ipotecaria e catastali in misura fissa di euro 168,00 ciascuna in luogo rispettivamente del 2% e dell’1%.
Chi invece compra da un impresa dovrà pagare l’iva del 4% oltre alle imposte ipotecaria e catastali in misura fissa di cui sopra se l’impresa che cede l’immobile è anche il costruttore del bene e se la vendita viene effettuata entro 4 anni dalla costruzione o ristrutturazione; se invece la cessione viene effettuata da impresa non costruttrice ovvero decorsi 4 anni dall’ultimazione dei lavori l’acquirente dovrà versare il 3% dell’imposta di registro oltre alle imposte in misura fissa.
Per usufruire delle agevolazioni il primo requisito è che l’acquisto riguardi una casa di abitazione non di lusso (per i criteri cfr. il Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici del 2 agosto 1969, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 218 del 27 agosto 1969).
L’immobile da acquistare deve essere ubicato in un Comune ove l’acquirente sia già residente o in cui intende stabilirla entro 18 mesi dalla stipula o nel Comune dove l’acquirente svolge la sua attività principale.
Non è invece necessario che l’immobile sia destinato ad abitazione principale propria e/o dei propri familiari.
Da ultimo l’acquirente non deve essere proprietario nemmeno per quote su tutto il territorio nazionale di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata usufruendo dei benefici per l’acquisto della prima casa.
I requisiti di cui sopra e/o l’impegno a trasferire la residenza dovranno essere attestate dal Notaio con apposita dichiarazione da inserire nell’atto di acquisto.
Non sono necessarie formalità o documenti ulteriori.
scrivete a redazione@quicasa.it
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Sono una trentenne in procinto di acquistare la prima casa, a che agevolazioni ho diritto? Che documenti devo presentare al rogito?
Risponde l’avvocato G. in Monza.
Quando si acquista la prima casa si può godere di un regime fiscale agevolato che consente di pagare le imposte in misura inferiore di quelle ordinariamente dovute.
In particolare se il venditore è un privato non soggetto ad iva, l’agevolazione consiste nel pagamento dell’imposta di registro con aliquota ridotta al 3% invece del 7% per gli acquisti ordinari e le imposte ipotecaria e catastali in misura fissa di euro 168,00 ciascuna in luogo rispettivamente del 2% e dell’1%.
Chi invece compra da un impresa dovrà pagare l’iva del 4% oltre alle imposte ipotecaria e catastali in misura fissa di cui sopra se l’impresa che cede l’immobile è anche il costruttore del bene e se la vendita viene effettuata entro 4 anni dalla costruzione o ristrutturazione; se invece la cessione viene effettuata da impresa non costruttrice ovvero decorsi 4 anni dall’ultimazione dei lavori l’acquirente dovrà versare il 3% dell’imposta di registro oltre alle imposte in misura fissa.
Per usufruire delle agevolazioni il primo requisito è che l’acquisto riguardi una casa di abitazione non di lusso (per i criteri cfr. il Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici del 2 agosto 1969, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 218 del 27 agosto 1969).
L’immobile da acquistare deve essere ubicato in un Comune ove l’acquirente sia già residente o in cui intende stabilirla entro 18 mesi dalla stipula o nel Comune dove l’acquirente svolge la sua attività principale.
Non è invece necessario che l’immobile sia destinato ad abitazione principale propria e/o dei propri familiari.
Da ultimo l’acquirente non deve essere proprietario nemmeno per quote su tutto il territorio nazionale di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata usufruendo dei benefici per l’acquisto della prima casa.
I requisiti di cui sopra e/o l’impegno a trasferire la residenza dovranno essere attestate dal Notaio con apposita dichiarazione da inserire nell’atto di acquisto.
Non sono necessarie formalità o documenti ulteriori.
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La "selezione naturale" degli immobili
Nel 1859 Charles Darwin elaborò il concetto di selezione naturale: l'insieme dei fattori che determinano la sopravvivenza di alcuni organismi rispetto ad altri, all’interno di una data popolazione.
Tale concetto, giocando con la fantasia, si può traslare anche al mercato immobiliare: infatti ci sono dei fattori che analogamente alle considerazioni del naturalista inglese hanno determinato, o meglio determinano, una sorta di selezione anche per quanto riguarda gli immobili, favorendo il trend positivo di alcuni e diciamo "sfavorendo" alcune tipologie.
Le caratteristiche della domanda immobiliare negli ultimi tempi si è rivelata più selettiva rispetto al passato, con standard qualitativi sempre più elevati.
La richiesta abitativa oggi è alimentata prevalentemente da chi ha necessità di acquistare l’immobile, come prima casa o come casa di sostituzione ovvero “migliorativa”, essendo diminuita la domanda per investimento e quella da parte degli extracomunitari, meno attenta alla qualità dell’immobile.
Proprio l’insieme di questi elementi ha comportato una “selezione naturale” da parte del mercato immobiliare che ha così premiato le abitazioni più vicine alle esigenze degli acquirenti.
Ma quali sono queste esigenze?
Innanzitutto è necessario precisare che quando si parla di qualità non ci si riferisce solamente alle tipologie signorili o di pregio.
Le caratteristiche che hanno facilitato la compravendita negli ultimi mesi del 2007 e nei primi dell'anno in corso sono state e sono la presenza del box o del posto auto, la vicinanza ai mezzi di trasporto, il posizionamento ai piani alti, la luminosità, la presenza di balconi o terrazzi (l’esigenza di sfoghi esterni è in crescita) e di riscaldamento autonomo, oltre all’inserimento dell’immobile in contesti abitativi medio-piccoli, il posizionamento in strade poco trafficate e tranquille, la disposizione degli spazi interni.
Ma è emerso anche un altro aspetto di rilievo: l’attenzione allo stato di conservazione dell’immobile.
Infatti nelle grandi città si è registrata una migliore tenuta delle soluzioni ristrutturate o nuove e in parte anche delle tipologie usate ma in buono stato.
Una delle preoccupazioni espresse dai potenziali acquirenti è legata al sostenimento di eventuali spese di ristrutturazione per il timore di non riuscire a quantificarle, in maniera accurata, sia in termini di importo che di durata.
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venerdì, luglio 11, 2008
Ristrutturo casa con l’inquilino dentro?!
Vorrei un parere sul seguente argomento: ho intenzione di acquistare un vecchio appartamento occupato da un signore che vive da solo. Se dopo l'acquisto ottengo la concessione edilizia per eseguire i lavori per potere andare ad abitare (attualmente vivo in affitto), l'inquilino deve lasciare l'abitazione in tempi ragionevoli o può opporsi? Grazie.
Risponde l’avvocato G. in Monza.
Gentile cliente purtroppo nel quesito non indica che tipo di contratto di locazione è stato sottoscritto dal signore che attualmente occupa l'immobile né da quanto tempo è iniziata la relativa locazione.
Ad ogni modo, se il contratto di locazione è il classico 4+4 la legge prevede che il contratto deve avere una durata di anni quattro e che decorsi i quali il contratto è automaticamente rinnovato di altri quattro anni (ART 5 l. 9 DICEMBRE 1998 N. 431).
Alla scadenza del secondo rinnovo ciascuna delle parti può attivare la procedura di disdetta o rinnovo ad altre condizioni comunicando la propria intenzione all'altra parte almeno sei mesi di anticipo a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.
La legge prevede inoltre che il locatore, nel caso in cui egli debba adibire l'immobile a propria abitazione, ovvero l'immobile si trovi in uno stato in cui è necessario eseguire la ristrutturazione, può avvalersi della facoltà di disdetta del contratto decorsi i primi quattro anni.
Tuttavia quando il locatore intende vendere l'immobile a terzi, come nel caso da Lei sottopostomi, e non abbia la proprietà di altri immobili ad uso abitativo oltre a quello adibito a propria abitazione, al conduttore è riconosciuto il diritto di prelazione sull'immobile locato.
Con la prelazione, da farsi con modalità espressamente disciplinate dalla legge ( artt 38 e 39 della Legge n. 392 del 27 luglio 1978) il locatore comunica al conduttore la propria volontà di trasferire a terzi a titolo oneroso l'immobile locato e il conduttore potrà decidere di acquistare l'immobile al prezzo stabilito dal locatore nella comunicazione di cui sopra.
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Risponde l’avvocato G. in Monza.
Gentile cliente purtroppo nel quesito non indica che tipo di contratto di locazione è stato sottoscritto dal signore che attualmente occupa l'immobile né da quanto tempo è iniziata la relativa locazione.
Ad ogni modo, se il contratto di locazione è il classico 4+4 la legge prevede che il contratto deve avere una durata di anni quattro e che decorsi i quali il contratto è automaticamente rinnovato di altri quattro anni (ART 5 l. 9 DICEMBRE 1998 N. 431).
Alla scadenza del secondo rinnovo ciascuna delle parti può attivare la procedura di disdetta o rinnovo ad altre condizioni comunicando la propria intenzione all'altra parte almeno sei mesi di anticipo a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.
La legge prevede inoltre che il locatore, nel caso in cui egli debba adibire l'immobile a propria abitazione, ovvero l'immobile si trovi in uno stato in cui è necessario eseguire la ristrutturazione, può avvalersi della facoltà di disdetta del contratto decorsi i primi quattro anni.
Tuttavia quando il locatore intende vendere l'immobile a terzi, come nel caso da Lei sottopostomi, e non abbia la proprietà di altri immobili ad uso abitativo oltre a quello adibito a propria abitazione, al conduttore è riconosciuto il diritto di prelazione sull'immobile locato.
Con la prelazione, da farsi con modalità espressamente disciplinate dalla legge ( artt 38 e 39 della Legge n. 392 del 27 luglio 1978) il locatore comunica al conduttore la propria volontà di trasferire a terzi a titolo oneroso l'immobile locato e il conduttore potrà decidere di acquistare l'immobile al prezzo stabilito dal locatore nella comunicazione di cui sopra.
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Scegliere casa? Ecco i giusti criteri
Quali sono i criteri per la valutazione di un immobile?
L'ubicazione gioca un ruolo fondamentale: le zone centrali in genere hanno maggior valore di quelle semiperiferiche o periferiche, anche se vi sono particolari situazioni in cui questa "legge" non vale.
La vicinanza ad infrastrutture, fermate di mezzi pubblici e la possibilità di parcheggiare l'auto sono requisiti fondamentali per la valutazione dell'immobile.
Definita la zona restano da valutare le condizioni in cui è l'edificio. Di solito gli immobili sono divisi in tre fasce: nuovi, quando hanno meno di dieci anni o sono stati sottoposti a radicali lavori di ristrutturazione, recenti, con meno di 35 anni e vecchi.
Aspetto importantissimo è la valutazione della superficie e degli spazi sfruttabili. Infatti la valutazione della superficie è misurata in metri quadri commerciali, ma realmente bisogna verificare quanta superficie si possa effettivamente utilizzare: una casa di 100 mq. con 30 mq. inutilizzabili non potrà avere la stessa stima di un effettivo 100 mq.
Nel caso si tratti di un appartamento diventano fondamentali la cura dell’esterno e il pregio dei materiali utilizzati per le parti comuni oltre ad i servizi accessori. Il piano è un fattore decisivo: in linea di massima il valore di un appartamento sale con il salire di piano. Ci sono però due eccezioni alla regola.
La prima, quando l’edificio è privo di ascensore. In questo caso per ogni piano dopo il secondo il valore decresce drasticamente. Il secondo, quando la casa affaccia su un bel giardino o addirittura su un parco condominiale: i piani bassi non perdono valore rispetto a quelli più alti. Sempre per rimanere in tema di "vista", l'affacciarsi su un giardino o, a un piano alto, la possibilità di vedere liberamente i tetti delle altre case sono aspetti che hanno il loro valore nelle case in condominio.
Nelle case indipendenti, poi, la possibilità di godere di una vista panoramica da solo può determinare (quando il panorama è veramente bello) per il 50% il valore della casa. Scuole, uffici pubblici, banche nelle vicinanze sono fattori di apprezzamento mentre oggi appare meno importante la vicinanza di negozi.
Di riguardo anche la questione box auto: il suo valore dipende dal numero di auto che vi possono trovare asilo. Inoltre si tiene conto della facilità di accesso, della possibilità di ospitare oltre all’auto anche una moto, e, per i parcheggi interrati, anche del piano: più questo è basso meno vale il box.
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L'ubicazione gioca un ruolo fondamentale: le zone centrali in genere hanno maggior valore di quelle semiperiferiche o periferiche, anche se vi sono particolari situazioni in cui questa "legge" non vale.
La vicinanza ad infrastrutture, fermate di mezzi pubblici e la possibilità di parcheggiare l'auto sono requisiti fondamentali per la valutazione dell'immobile.
Definita la zona restano da valutare le condizioni in cui è l'edificio. Di solito gli immobili sono divisi in tre fasce: nuovi, quando hanno meno di dieci anni o sono stati sottoposti a radicali lavori di ristrutturazione, recenti, con meno di 35 anni e vecchi.
Aspetto importantissimo è la valutazione della superficie e degli spazi sfruttabili. Infatti la valutazione della superficie è misurata in metri quadri commerciali, ma realmente bisogna verificare quanta superficie si possa effettivamente utilizzare: una casa di 100 mq. con 30 mq. inutilizzabili non potrà avere la stessa stima di un effettivo 100 mq.
Nel caso si tratti di un appartamento diventano fondamentali la cura dell’esterno e il pregio dei materiali utilizzati per le parti comuni oltre ad i servizi accessori. Il piano è un fattore decisivo: in linea di massima il valore di un appartamento sale con il salire di piano. Ci sono però due eccezioni alla regola.
La prima, quando l’edificio è privo di ascensore. In questo caso per ogni piano dopo il secondo il valore decresce drasticamente. Il secondo, quando la casa affaccia su un bel giardino o addirittura su un parco condominiale: i piani bassi non perdono valore rispetto a quelli più alti. Sempre per rimanere in tema di "vista", l'affacciarsi su un giardino o, a un piano alto, la possibilità di vedere liberamente i tetti delle altre case sono aspetti che hanno il loro valore nelle case in condominio.
Nelle case indipendenti, poi, la possibilità di godere di una vista panoramica da solo può determinare (quando il panorama è veramente bello) per il 50% il valore della casa. Scuole, uffici pubblici, banche nelle vicinanze sono fattori di apprezzamento mentre oggi appare meno importante la vicinanza di negozi.
Di riguardo anche la questione box auto: il suo valore dipende dal numero di auto che vi possono trovare asilo. Inoltre si tiene conto della facilità di accesso, della possibilità di ospitare oltre all’auto anche una moto, e, per i parcheggi interrati, anche del piano: più questo è basso meno vale il box.
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mercoledì, luglio 09, 2008
Case certificate: previsti sgravi e sconti fiscali
Certificazione energetica? Un'espressione sulla bocca di tutti. Ma che cosa è realmente?
Si tratta di un documento attestante il valore di consumo energetico del sistema edificio-impianti, che assegna ad un edificio o ad un appartamento, formalmente e per la durata di dieci anni, una classe energetica di appartenenza in funzione del consumo dell’immobile.
Se vogliamo trovare un semplice e quanto mai attuale paragone si deve avere come riferimento il mercato automobilistico.
Una casa a basso impatto ambientale sarà paragonabile ad una autovettura Euro4 mentre una casa ad alto impatto ambientale sarà una auto definita Euro0.
Va sottolineato che al momento l’esito della valutazione non ha alcuna implicazione in termini fiscali: non esistono quindi maggiorazioni ICI per le case che consumano di più e non esistono sgravi per le case che consumano di meno.
Si tratta di un’opera di censimento del patrimonio immobiliare che deve essere eseguita, secondo determinate tempistiche, solo da professionisti abilitati dalla Regione di competenza. Lo scopo è di sensibilizzare le popolazione ad un uso razionale delle risorse, mirando a migliorare l’efficienza del sistema edificio-impianti attraverso il suggerimento di interventi di riqualificazione energetica, oggetto ad oggi di una detrazione del 55% sul reddito IRPEF.
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Si tratta di un documento attestante il valore di consumo energetico del sistema edificio-impianti, che assegna ad un edificio o ad un appartamento, formalmente e per la durata di dieci anni, una classe energetica di appartenenza in funzione del consumo dell’immobile.
Se vogliamo trovare un semplice e quanto mai attuale paragone si deve avere come riferimento il mercato automobilistico.
Una casa a basso impatto ambientale sarà paragonabile ad una autovettura Euro4 mentre una casa ad alto impatto ambientale sarà una auto definita Euro0.
Va sottolineato che al momento l’esito della valutazione non ha alcuna implicazione in termini fiscali: non esistono quindi maggiorazioni ICI per le case che consumano di più e non esistono sgravi per le case che consumano di meno.
Si tratta di un’opera di censimento del patrimonio immobiliare che deve essere eseguita, secondo determinate tempistiche, solo da professionisti abilitati dalla Regione di competenza. Lo scopo è di sensibilizzare le popolazione ad un uso razionale delle risorse, mirando a migliorare l’efficienza del sistema edificio-impianti attraverso il suggerimento di interventi di riqualificazione energetica, oggetto ad oggi di una detrazione del 55% sul reddito IRPEF.
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Mutui: la rata non si fissa
Arrivare a fine mese ultimamente sta diventando una vera e propria impresa per molte famiglie italiane: uno dei principali fattori è l'aumento dei tassi dei mutui.
Varie sono le tipologie di finanziamento. Ma perché gli istituti di credito propongono mutui a rata fissa e tasso e durata variabili? A variare non è la rata, con le immaginabili difficoltà di pagamento in caso di aumento per chi ha stipulato il contratto, ma la durata del mutuo che si allungherà o si abbrevierà di conseguenza alle variazioni di tasso.
Tuttavia pochi sanno che la garanzia della rata bloccata non è assoluta, anche perché di questo dettaglio, peraltro non trascurabile, si fatica a trovare traccia perfino nei fogli informativi degli istituti di credito. Il problema nasce dal fatto che le banche non ammettono in nessun caso la crescita del debito.
Ciò significa che se a causa dell'aumento dei tassi la rata "fissa" non fosse più in grado di rimborsare tutti gli interessi maturati, essa aumenterà comunque.
Altrimenti la conseguenza sarebbe un aumento del debito, peraltro di ben difficile amministrazione, considerato il divieto per le banche di percepire interessi sugli interessi. Alcuni contratti pongono inoltre dei confini all'estensione massima della durata, prevedendo che la rata venga automaticamente adeguata in caso di potenziale superamento del limite.
Insomma la rata è fissa sì, ma solo fino a un certo punto!
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Varie sono le tipologie di finanziamento. Ma perché gli istituti di credito propongono mutui a rata fissa e tasso e durata variabili? A variare non è la rata, con le immaginabili difficoltà di pagamento in caso di aumento per chi ha stipulato il contratto, ma la durata del mutuo che si allungherà o si abbrevierà di conseguenza alle variazioni di tasso.
Tuttavia pochi sanno che la garanzia della rata bloccata non è assoluta, anche perché di questo dettaglio, peraltro non trascurabile, si fatica a trovare traccia perfino nei fogli informativi degli istituti di credito. Il problema nasce dal fatto che le banche non ammettono in nessun caso la crescita del debito.
Ciò significa che se a causa dell'aumento dei tassi la rata "fissa" non fosse più in grado di rimborsare tutti gli interessi maturati, essa aumenterà comunque.
Altrimenti la conseguenza sarebbe un aumento del debito, peraltro di ben difficile amministrazione, considerato il divieto per le banche di percepire interessi sugli interessi. Alcuni contratti pongono inoltre dei confini all'estensione massima della durata, prevedendo che la rata venga automaticamente adeguata in caso di potenziale superamento del limite.
Insomma la rata è fissa sì, ma solo fino a un certo punto!
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sabato, luglio 05, 2008
Mutui: garantisce il Comune
Il mutuo diventa insostenibile? Niente paura: il Comune arriva in soccorso.
Chi accendendo un mutuo per l'acquisto della prima abitazione si trovasse in difficoltà nel pagamento delle quote mensili, non vedrebbe più sottrarsi l'abitazione dagli istituti creditizi. Sembrerebbe un'utopia, invece è realtà: l'Assessorato alla Casa della Città di Torino sta predisponendo una delibera attraverso la quale il Comune potrà fungere da garante per i giovani, minori di 35 anni e con un lavoro precario, che decidono di accendere un mutuo.
La garanzia offerta alle banche dall’Amministrazione comunale prevede che, qualora l’intestatario del mutuo non fosse più in grado di pagare, il Comune diventi proprietario dell’appartamento che sarà poi affittato, a prezzi popolari, agli stessi giovani.
A Milano invece il Comune ha stanziato un fondo di 1 milione di euro per garantire la copertura assicurativa durante i periodi di disoccupazione involontaria dei lavoratori a cui verrà concesso il mutuo.
Le interruzioni di pagamento potranno coprire 3 diversi periodi di massimo 6 mesi ciascuno per un totale di 18 mesi.
Il lavoratore dovrà documentare la perdita dell’impiego e potrà poi sospendere la prima volta il pagamento per un massimo di 6 rate mensili consecutive, prolungando automaticamente la durata del mutuo, senza penali o costi aggiuntivi di rinegoziazione.
La copertura assicurativa da parte del Comune verrà concessa esclusivamente per le richieste di mutuo di durata compresa tra i 20 e i 30 anni e di un importo finanziabile fino a 200 mila euro.
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venerdì, luglio 04, 2008
Il mercato della casa è andato in bolla?
Scoppia o non scoppia questa bolla immobiliare? Caratterizzata da un rapido aumento dei prezzi immobiliari che si portano a livelli insostenibili in rapporto ai redditi medi o ad altri parametri economici, la bolla è seguita da rapide e consistenti diminuzioni dei prezzi immobiliari.
In Italia i prezzi degli immobili sono sicuramente scesi, ma nella penisola la bolla immobiliare probabilmente non scoppierà mai. Perché? Il mercato si è fermato, è vero.
Vive una situazione di stabilità come ha evidenziato recentemente il Borsino Immobiliare.
Il 2008 sarà caratterizzato da una flessione del numero delle compravendite, dovuta al fatto che i prezzi, anche se in leggero calo (al di sotto del 2%), rimarranno insostenibili per la maggior parte dei cittadini italiani, visti i redditi bassi e destinati purtroppo a rimanere tali.
Soprattutto nei centri cittadini le quotazioni sono altissime e solo pochi possono permettersi di acquistare un appartamento.
In questo momento, l'offerta supera di gran lunga la domanda, così facendo gli immobili non possono più essere venduti a prezzi gonfiati, sia dai proprietari sia dagli agenti immobiliari, impossibilitati a sopravvalutare il mattone come avveniva fino a poco tempo fa.
Se l'immobile viene valutato più del suo reale valore sarà molto difficile immetterlo nel mercato, visti gli stranoti problemi economici che affliggono gli italiani, per non parlare dell'impennata dei tassi dei mutui.
Non scoppia la bolla ma il mercato è "in bolla", vale a dire in equilibrio. Gli immobili verranno venduti al prezzo reale di mercato, senza "gonfiarne" il costo. Da un lato tutti gli elementi raccolti fanno prevedere che per gli affitti ci sarà un aumento di riguardo del numero dei contratti, per effetto dei nuovi tassi, che hanno reso la scelta della locazione competitiva rispetto alle rate dei mutui.
Il 2008 sarà quindi caratterizzato dalla “voglia di affitto” e, in molti casi, dalla “necessità di affitto”.
Di conseguenza i canoni, stabili da tempo, sono previsti in crescita. Allora investire nel mattone non è più un'idea azzeccata? Nonostante il mercato viva un momento di equilibrio, quello immobiliare rimane l'unico metodo per chi vuole far rendere il proprio denaro, almeno in Italia.
Come a dire il mattone sarà sempre competitivo se non ha competitors...
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In Italia i prezzi degli immobili sono sicuramente scesi, ma nella penisola la bolla immobiliare probabilmente non scoppierà mai. Perché? Il mercato si è fermato, è vero.
Vive una situazione di stabilità come ha evidenziato recentemente il Borsino Immobiliare.
Il 2008 sarà caratterizzato da una flessione del numero delle compravendite, dovuta al fatto che i prezzi, anche se in leggero calo (al di sotto del 2%), rimarranno insostenibili per la maggior parte dei cittadini italiani, visti i redditi bassi e destinati purtroppo a rimanere tali.
Soprattutto nei centri cittadini le quotazioni sono altissime e solo pochi possono permettersi di acquistare un appartamento.
In questo momento, l'offerta supera di gran lunga la domanda, così facendo gli immobili non possono più essere venduti a prezzi gonfiati, sia dai proprietari sia dagli agenti immobiliari, impossibilitati a sopravvalutare il mattone come avveniva fino a poco tempo fa.
Se l'immobile viene valutato più del suo reale valore sarà molto difficile immetterlo nel mercato, visti gli stranoti problemi economici che affliggono gli italiani, per non parlare dell'impennata dei tassi dei mutui.
Non scoppia la bolla ma il mercato è "in bolla", vale a dire in equilibrio. Gli immobili verranno venduti al prezzo reale di mercato, senza "gonfiarne" il costo. Da un lato tutti gli elementi raccolti fanno prevedere che per gli affitti ci sarà un aumento di riguardo del numero dei contratti, per effetto dei nuovi tassi, che hanno reso la scelta della locazione competitiva rispetto alle rate dei mutui.
Il 2008 sarà quindi caratterizzato dalla “voglia di affitto” e, in molti casi, dalla “necessità di affitto”.
Di conseguenza i canoni, stabili da tempo, sono previsti in crescita. Allora investire nel mattone non è più un'idea azzeccata? Nonostante il mercato viva un momento di equilibrio, quello immobiliare rimane l'unico metodo per chi vuole far rendere il proprio denaro, almeno in Italia.
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