giovedì, luglio 21, 2005

I “Sciur” Brambilla tutti casa e lavoro

“La casa è sempre stata un bene rifugio per eccellenza. Ovunque nel mondo. Il modo migliore per conservare il risparmio accumulato. Ma a Nord - ovest, terra di piccole imprese e famiglie in crescita, il “mattone” non è soltanto una forma di risparmio. è una vera e propria istituzione dello sviluppo. La strategia patrimoniale della famiglia (casa e capannoni) è componente essenziale di un processo di accumulazione basato sul re-investimento continuo delle risorse prodotte dal lavoro. La proprietà di una casa consente di resistere meglio nei periodi di crisi offre condizioni minime sufficienti per accendere un mutuo o un piccolo prestito commerciale e coincide, spesso fisicamente, con la disponibilità di un adeguato e conveniente luogo di lavoro.” Al Nord è sempre stato così e lo è ancor di più oggi che il vento del declino spira gelido da est. Il timore del declino è un nuovo sentimento. Con maggior forza dopo le prime grandi crisi competitive degli anni ‘80, i piccoli imprenditori, ma anche i pensionati e gli operai, hanno imparato a considerare “imminente” la ristrutturazione del proprio settore, “incombente” l’arrivo di concorrenti internazionali, possibile un arretramento dalle posizioni di vantaggio temporaneamente conquistate. Il Nord - ovest si premunisce attraverso investimenti che rafforzano l’indipendenza della famiglia e la flessibilità dell’impresa, di fronte allo Stato e di fronte al mercato. La famiglia e l’investimento immobiliare sono dunque l’architrave di un modello peculiare di gestione del rischio. Questo quadro storico e strutturale come investimento di supporto alla propria strategia produttiva, come ammortizzatore del maggior rischio previsto sul fronte del mercato spiega come mai il Nord - ovest persegua l’obiettivo della proprietà, a partire dalla casa di residenza e di lavoro, con una determinazione superiore alla media nazionale. La casa e l’investimento immobiliare sono, tuttavia, oggi, una scelta condizionata da fattori nuovi: la crescente sfiducia nelle istituzioni finanziarie, i dubbi che riguardano l’effettiva capacità dello Stato di mantenere gli impegni assunti e il rinnovato pessimismo “post-Euro” circa la capacità di resistenza del sistema industriale locale agli assalti della concorrenza internazionale. Paradossalmente è come se il Nord - ovest si stesse preparando ad una nuova guerra, da qualche anno a questa parte.

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