Ci sono i trentenni dietro la crescita fenomenale che il mercato del mattone ha messo a segno negli ultimi anni. L'impennata dei prezzi (+ 18,6%) e delle compravendite (+45%) delle case, iniziata in Italia nel 1998, non può cioè essere spiegata solo con la crisi dei mercati azionari e i tassi minimi richiesti per accendere al mutuo. La colpa dell'esplosione del mercato del mattone è anche dei figli del boom economico di fine anni '60, per l'appunto i trentenni di oggi. A sostenerlo sono i ricercatori del Cresme (Centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato sull'edilizia) in un recente studio commissionato dalla Camera di commercio di Roma (che presenterà l'analisi al Rimi, la Rassegna italiana del mercato immobiliare e delle ristrutturazioni, che parte oggi alla Fiera di Roma e termina domenica 28). La domanda più forte di immobili, dicono dal Cresme, arriva dai giovani fra trenta e trentanove anni che in Italia sono tantissimi proprio a causa del baby boom che il Paese ha vissuto alla fine degli anni '60, quando ogni donna aveva in media 2,7 figli (contro l' 1,2 di oggi). Ora quest'onda generazionale sta cominciando a calare, ma il mercato immobiliare non è ancora a rischio di crolli.
Nel 2005 le compravendite sono scese del 3%; nonostante ciò i prezzi hanno continuato a crescere del 2,3%. In pratica, l'espansione è finita ma il costo delle abitazioni ha toccato ancora nuovi record. E anche per il 2006 si attende una contrazione delle transazioni ma i prezzi, secondo il Cresme, dovrebbero restare ai livelli attuali o al massimo subire una leggera flessione. Il mercato quindi non crollerà e anzi sarà ancora sorretto, anche se in maniera meno decisa, dai giovani trentenni che, con la loro onda generazionale.
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