
Analogamente ha rialzato al 3,25% e al 5,25% anche il tasso sui depositi e il tasso marginale.
Si tratta della prima variazione decisa dall'istituto monetario dal giugno del 2007, quando venne effettuato l'ultimo di una serie di rialzi nell'ambito di una manovra restrittiva iniziata nel dicembre del 2005.
Così il divario fra il costo del denaro nell'Eurozona e quello degli Stati Uniti sale a 2,25 punti percentuali.
Nella giornata del 3 luglio, Jean Claude Trichet, presidente della Bce, ha annunciato a Francoforte che l'innalzamento si è reso necessario come risposta al caro vita dell'area dell'euro, che a giugno ha accusato una nuova accelerazione raggiungendo il 4%, e alla corsa del petrolio, che ha sfondato la soglia dei 146 dollari al barile.
Per la Bce è importante controllare l'inflazione, che è sempre più preoccupante, così da mantenere la stabilità dei prezzi, visti i rischi di ulteriori rialzi dell'energia e degli alimentari. Intanto il tasso interbancario Euribor sulla scadenza a tre mesi è risalito ai massimi da sette anni: fino al 4,97%, secondo quanto comunicato dall'European Banking Federation, che rappresenta il livello più alto da dicembre 2000 e che era già stato raggiunto all'inizio di giugno.
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